Questa edizione di Canzonissima fu quella che ottenne il gradimento maggiore da parte del pubblico e i consensi più lusinghieri da parte della critica. Gli autori erano ancora una volta Garinei e Giovannini – questa volta affiancati da Dino Verde e Lina Wertmuller – e la regia di Antonello Falqui. Il merito di tanto successo fu senza dubbio dei 3 conduttori a cominciare da Delia Scala che potremmo definire come la “mamma” di tutte le soubrettes televisive capace di cantare, ballare – grazie al coreografo Don Lurio – ma anche recitare e presentare. Poi Nino Manfredi che inventò il personaggio del barista ciociaro (Bastiano di Ceccano) dal tipico intercalare “Fusse che fusse la vorta bbona”. La frase si riferiva alla possibilità di poter acquistare ogni settimana il biglietto vincente e vincere così i premi della Lotteria. Speranza che veniva sempre disillusa al punto che il barista Manfredi finiva sempre ogni suo intervento con una rima di sconsolata rassegnazione come questa: “E cumme disse Abramo Lincoln davanti a tutto ‘r Cungresso… anche stavorta m’hanno fattu fesso”. Infine c’era Paolo Panelli a cui si devono diversi personaggi tra cui lo Sceriffo di Lonestar City o la parodia del mitico John Wayne, protagonista di tanti film western. Ospiti nelle varie puntate personaggi celebri nel ruolo del “Fortuniere” (o della “Fortuniera”) che distribuivano i premi settimanali della Lotteria di Capodanno. Nel corso delle varie puntate i cantanti in gara si esibivano in diversi duetti tra i quali ricordiamo quello tra Mina e Tonina Torrielli nell’esecuzione di Tua e poi ancora Mina con Wilma De Angelis nell’esecuzione di Nessuno. Entrambi furono due successi già presentati al Festival di Sanremo dello stesso anno come era già avvenuto nell’edizione precedente di Canzonissima. E come nella precedente edizione anche quest’anno le canzoni sono accompagnate da scenografie montate che creano ogni volta diverse ambientazioni in tema con l’argomento della canzone. Ad esempio: Alberto Rabagliati canta Signora fortuna su una scena di carte da gioco; Arturo Testa canta Giamaica da una capanna; Betty Curtis e Johnny Dorelli cantano Lontano da te in una scenografia astratta che li fa apparire lontanissimi uno dall’altra. Oppure Nicola Arigliano canta Amorevole rincorrendo alcune ragazze in un prato in fiore; Wilma De Angelis canta Malinconico autunno con le foglie che cadono dall’alto o Gino Latilla canta Usignolo insieme ai cartoni animati di Roberto Gavioli. Ogni puntata si concludeva con delle strofette in rima cantate da Delia Scala a degli ospiti seduti al tavolino di un bar e con uno scatenato Can Can sempre interpretato da Delia Scala che però per problemi di censura col titolo venne presto ribattezzato in Cin Cin. La trasmissione ebbe anche un resoconto settimanale tramite le pagine della rivista Il Musichiere con curiosità e gustosi aneddoti. Tra essi si ricorda una specie di “rivolta dei cantanti” all’ottava puntata, stanchi di essere presi di mira dalle battute dei conduttori i quali furono costretti a cantare i motivi in gara per quella puntata al posto dei cantanti in rivolta. Ma ci sono persino articoli con i “dietro le quinte” scritti dallo stesso Antonello Falqui. In uno di essi il regista racconta di aver visto Delia Scala piangere dalla stanchezza durante la serata finale e le fa i suoi complimenti più sinceri per l’impegno, la tenacia e la costanza sempre dimostrati. Al termine del torneo musicale la vittoria va alla canzone Piove – già trionfatrice al Festival di Sanremo di quell’anno – interpretata da Joe Sentieri. Al secondo posto Arrivederci cantata da Miranda Martino e Johnny Dorelli. E poi scendendo giù nella classifica finale si ritrovano persino altre canzoni già finaliste dell’edizione precedente come Mamma (sempre interpretata da Nunzio Gallo) o Arrivederci Roma (sempre interpretata da Claudio Villa) o L’edera di Nilla Pizzi che aveva trionfato un anno prima. Un’ultima annotazione sulla canzone-sigla che nelle edizioni successive di Canzonissima diventerà quasi un biglietto da visita della trasmissione e sarà cantata dalla soubrette di turno. Per questa edizione però ci si affida ad alcuni dei cantanti in gara (Johnny Dorelli, Gino Latilla, Miranda Martino e Nilla Pizzi) che cantano “La canzone che piace al cuor” un brano di Verde-Canfora che però non rientrerà tra le sigle più famose della manifestazione.